Questo è mio fratello

Massimo Leopardi (54) ha sempre ripreso in video ogni singolo momento della propria vita, fin da quando era ragazzo. La sua telecamera lo ha accompagnato ovunque, dai momenti più esaltanti a quelli più disperati. Da venticinque anni combatte contro la depressione e nelle centinaia di videocassette c’è la testimonianza di una lunga sofferenza mai vinta, ma al contempo satura di esperienze adrenaliniche ed estreme. Ha avuto tre mogli, ha cercato la sfida praticando gli sport più pericolosi, è diventato vicecampione mondiale master di tuffi, ed è stato anche attore, produttore, regista, sempre alla ricerca del brivido e del palcoscenico.
È da qui che Marco, suo fratello, documentarista, parte per ricostruire la storia di un uomo, suo fratello, e di una famiglia, la sua famiglia.
Durante il montaggio dei repertori di Massimo, Marco approfondisce la conoscenza del fratello e si rende conto che il desiderio quasi maniacale di Massimo di apparire è in fondo una instancabile richiesta di affetto e il desiderio di lasciare una testimonianza che possa aiutare altre persone che vivono le sue stesse difficoltà. Ma è anche un messaggio di speranza quello che Massimo dimostra con la sua storia: opporsi al senso di autodistruzione semplicemente con la vita, una vita dove coesistono con le sofferenze momenti di assoluto divertimento, che hanno sempre accompagnato il temperamento artistico di Massimo. Grazie a questa esperienza vissuta con il fratello, Marco rimette in discussione la figura del fratello e l’affetto nei suoi confronti diventa più vero, più sincero.