Dall’enciclopedia generale di un’epoca gli accadimenti si trasferiscono in un orizzonte geografico e culturale che fonde le condizioni originarie con condizioni nuove. La passione di Cristo è trasposta in Sardegna, in un luogo diverso da quello storico, come nelle opere dei pittori rinascimentali che rappresentarono gli episodi narrati nel Vangelo ambientandoli nel loro tempo, nei loro paesi e con i loro costumi, senza mai mostrare la Palestina. Nel film il racconto inizia e finisce nel sepolcro dove Maria piange sul corpo del figlio. Tutto è già accaduto, ma gli antefatti si riaffacciano come ricordi e come sogni dei diversi protagonisti.
Dalla Scheda PDF di approfondimento
Durante la salita, dei ragazzi gettano ossa sulla processione, un’immagine che porta alla mente un mondo di fatture, malocchi o forse talismani; come di superstizione sa l’avviso di non raccogliere il denaro che Giuda restituendo getta a terra; come una specie di tantra simbolico sembra la ripetizione che dicono alcuni: “se è innocente, il male che gli facciamo ricada su di noi e sui nostri”. Insomma il film di Columbu mi pare si avvolga attorno alla Sardegna popolare, quasi folklorica (ma non quella turistica, e perciò più pregnante), fatta di fuochi accesi, pastorizia e muta solitudine sui monti. Quando Ponzio Pilato dice che “l’ha voluto lui” o quando Giuseppe d’Arimatea dice che “l’ha voluto Dio” (in testa e in coda al film), risuona la pazienza antica di un popolo rassegnato meno dagli uomini e più dalla propria immaginazione di fronte alla natura e alla sua potenza selvaggia.
Dalle Note di regia
Fui colpito da una grande tavola che riportava su quattro colonne i brani dei quattro Vangeli che descrivono i patimenti inflitti a Gesù di cui si trova traccia nella Sindone. Quelle descrizioni mi fecero pensare a diversi testimoni che avessero visto e poi raccontato lo stesso fatto come in base alla propria soggettiva percezione e alla propria sensibilità. Lo stile apparentemente impersonale dei singoli testi, per effetto del loro affiancamento, sembrava trasformarsi e rinviare ai raccontatori e rivelare il tono incerto ma ancora più verosimile e coinvolgente di un ricordo. Provai nei giorni successivi a leggere il Vangelo trasversalmente, passando da un testo all’altro, e scoprii che il racconto assumeva un’imprevista e straordinaria forza drammatica e leggendo mi ritrovai a piangere, avvertendo come mai in precedenza il dolore della tragedia che si narrava e la sofferta esperienza di tutte le umane vicissitudini.