Pays Barbare

Anno:
2013
Durata:
65

Sinossi

Dalla Scheda PDF di approfondimento

I due registi, dopo aver ritrovato il filmato dell’esposizione dei corpi di Mussolini e della sua amante in un laboratorio milanese, dentro l’unica confezione non sequestrata dagli americani dopo la guerra, hanno cominciato a cercare fotogrammi e immagini del periodo coloniale italiano, restringendo il progetto iniziale di ricognizione sui totalitarismi europei ad analisi di una delle pagine più buie della nostra storia. Il film, dopo aver mostrato per una decina di minuti, senza commento sonoro alcuno, le immagini che chiusero la seconda guerra mondiale torna indietro e mostra, secondo la poetica del “catalogo di oggetti”, che era nei primi film della coppia ed è stata al centro di molti loro lavori nei musei. In questo caso, Gianikian e Ricci Lucchi catalogano comportamenti e costumi degli italiani in Etiopia: Mussolini ferito al naso dopo un attentato in una parata in Libia, le truppe e le scelte strategiche (fucilazioni, decimazione della popolazione civile), l’alta borghesia italiana in viaggio verso l’Africa, lettere di fidanzate ai soldati, sfilate carnevalesche in Italia con presunti costumi africani, le bombe all’iprite e Addis Abeba vista dall’alto. L’obiettivo è riflettere sul razzismo dell’Italia fascista ancora prima dei manifesti sulla purezza della razza, sul senso di superiorità verso i popoli africani come qualcosa di culturalmente radicato e che si evidenzia nel modo in cui il regime ha sfruttato il fascino esotico della conquista coloniale, i libri, le canzoni, l’abbigliamento, i film, corollari con cui la propaganda fascista copriva il lato criminale di quell’occupazione, e che nel film si scontrano proprio con le immagini nascoste, credute perdute e infine ritrovate.

Trailer:

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.