Pane, amore e fantasia

Anno:
1953
Durata:
92

Sinossi

Nello sperduto paesino di Sagliena, in Abruzzo, arriva dalla natìa Sorrento il nuovo capo della stazione dei Carabinieri, il maresciallo Antonio Carotenuto. Maturo ma ancora focoso e passionale s’invaghisce della “selvatica” e procace Maria, orfana ragazzaccia, detta “la bersagliera”, che è invece innamorata del timido piantone Stellati, giovane, biondo e spaesato settentrionale. Nella vicenda dai toni rusticani entra anche Annarella, schiva levatrice, donna più adatta al maresciallo per età e temperamento, alla quale Carotenuto non risparmia le sue attenzioni. Tra equivoci e comiche “performances” dello stagionato dongiovanni, il girotondo galante si conclude con una più tradizionale e rassicurante ricomposizione delle coppie anche grazie al rinsavito maresciallo che favorisce il fidanzamento del piantone con la “bersagliera” e ripiega sulla levatrice.

Note a margine

Orso d’argento al festival di Berlino, Nastro d’argento a Gina Lollobrigida, il film fu campione di incassi un po’ a sorpresa. Il sapiente connubio tra bozzettismo regionalistico, innocui sottintesi erotici e divismo casereccio (De Sica e Lollobrigida), sfondò al botteghino nazionale, malgrado la massiccia invasione hollywoodiana del dopoguerra. Successivamente la critica individuò nella commedia, populista e allegrotta, il germe del tradimento operato ai danni di un neorealismo peraltro già agonizzante. Se è vero che Comencini cede alla tentazione di esaltare la “vita dei campi” come presentendo l’arrivo del boom economico che avrebbe eletto a teatro del suo trionfo la città, l’armonia del mondo rappresentato è tuttavia puramente cinematografica, ottenuta con una cura della messa in scena che si avvale di vividi interni ed esterni scenograficamente rilassanti; il dialetto, inoltre, non è fine ma mezzo della narrazione. Il successo fu tuttavia più forte delle polemiche.

Vi fu una serie di sequel: Pane amore e gelosia (1954) sempre di Comencini, ma molto meno felice, Pane amore e… (1955) di Dino Risi, più cinico e premonitore del nuovo corso della commedia italiana, fino allo stanco Pane amore e Andalusia (1959) di Javier Setó.

Artistic Cast:
Vittorio De Sica (Maresciallo) Gina Lollobrigida (Bersagliera) Marisa Merlini (Annarella) Tina Pica (Caramella) Amalia Pellegrini (Nonna) Roberto Risso (Carabiniere) Virgilio Riento (Parroco)
Crew:
regia e sceneggiatura Luigi Comencini soggetto Ettore Maria Margadonna fotografia Arturo Gallea montaggio Mario Serandrei scenografia Gastone Medin musica Alessandro Cicognini
Direction notes:
Orso d'argento al festival di Berlino, Nastro d'argento a Gina Lollobrigida, il film fu campione di incassi un po' a sorpresa. Il sapiente connubio tra bozzettismo regionalistico, innocui sottintesi erotici e divismo casereccio (De Sica e Lollobrigida), sfondò al botteghino nazionale, malgrado la massiccia invasione hollywoodiana del dopoguerra. Successivamente la critica individuò nella commedia, populista e allegrotta, il germe del tradimento operato ai danni di un neorealismo peraltro già agonizzante. Se è vero che Comencini cede alla tentazione di esaltare la "vita dei campi" come presentendo l'arrivo del boom economico che avrebbe eletto a teatro del suo trionfo la città, l'armonia del mondo rappresentato è tuttavia puramente cinematografica, ottenuta con una cura della messa in scena che si avvale di vividi interni ed esterni scenograficamente rilassanti; il dialetto, inoltre, non è fine ma mezzo della narrazione. Il successo fu tuttavia più forte delle polemiche. Vi fu una serie di sequel: Pane amore e gelosia (1954) sempre di Comencini, ma molto meno felice, Pane amore e... (1955) di Dino Risi, più cinico e premonitore del nuovo corso della commedia italiana, fino allo stanco Pane amore e Andalusia (1959) di Javier Setó.

Selezione film

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