La famiglia Passaguai

Anno:
1951
Durata:
90

Sinossi

Antesignano della commedia all’italiana da spiaggia, il film vede Aldo Fabrizi regista, attore e sceneggiatore (assieme a Ruggero Maccari e Mario Amendola, dalla commedia Cabina 27 di Anton Germano Rossi) mentre ironizza con felici trovate e situazioni addirittura da slapstick-comedy (le esilaranti gag con l’anguria) sull’Italietta che sperimenta i primi segnali del benessere: la divertente preparazione della colazione per la domenica da trascorrere al mare di Ostia rappresenta il risarcimento dovuto, dopo le tragedie e la fame della guerra (sono passati solo 6 anni dall’uscita di Roma città aperta che ha visto Fabrizi nel ruolo tragico di don Pietro).

Una schiera di caratteristi di lusso, da Peppino De Filippo a Luigi Pavese, da Tino Scotti ad Ave Ninchi, fanno da efficace contorno alla scatenata comicità di Fabrizi, che ripropone il fortunato personaggio del romano pacioso e ingenuo, destinato a subire le angherie della moglie, dei colleghi invadenti e del capufficio. Tutto sembra congiurare contro il povero cavalier Valenzi, detto Passaguai, e la sua domenica al mare si trasforma, tra piccoli e grandi contrattempi, in una giornata da incubo che si chiuderà con il suo licenziamento.

La grande lezione dell’avanspettacolo, il repertorio del teatro dialettale, si cimentano felicemente con il mezzo cinematografico ottenendo un successo popolare che inevitabilmente condurrà alla realizzazione di due sequel: La famiglia Passaguai fa fortuna (1952) e Papà diventa mamma (1953).

Note a margine

Il più celebre dei film di Aldo Fabrizi da regista è una commedia brillante che porta sul grande schermo le tradizioni d’avanspettacolo e vaudeville italiane, dalla commedia Cabina 27 di Anton Germano Rossi che fornisce l’ispirazione principale al settimanale “Il travaso delle idee” che fornì spunti satirici e notazioni di costume a tutta la generazione comica a cavallo tra le due guerre. Su un canovaccio classico, Fabrizi riflette sul nuovo status della famiglia popolare negli anni ’50, quando le secche del dopoguerra stanno lasciando spazio ai primi segni di benessere, e su come le macchiette popolari e romanesche affrontano questo cambiamento. Chiave del successo del film, che inaugurerà una serie proseguita con La famiglia Passaguai fa fortuna (1952) e Papà diventa mamma (1953), è proprio nel triplice ruolo di Fabrizi che come regista, attore e sceneggiatore (assieme a Mario Amendola e Ruggero Maccari) crea un meccanismo comico che innesta le notazioni realistiche e di costume, gli equivoci dello spettacolo popolare e la comicità slapstick, fisica e surreale, come nelle gag con l’anguria.

La famiglia Passaguai fu anche un veicolo per far apprezzare al grande pubblico una serie di caratteristi, spalle e comici di gran livello, dalla moglie Ave Ninchi al collega Peppino De Filippo, dal figlio Carlo Delle Piane (praticamente all’esordio) alla figlia Giovanna Ralli, fino al capoufficio Tino Scotti. Alla direzione della fotografia figura Mario Bava, che negli anni ’60 divenne il maestro del cinema fantastico italiano, il quale appare anche come comparsa, con un fez sulla testa.

Il film fu al centro di un’interrogazione parlamentare, per via di un manifesto che ritraeva una donna in costume definito “succintissimo” e in atteggiamento “disgustoso”, che chiedeva la rimozione di ogni materiale pubblicitario.

Artistic Cast:
Aldo Fabrizi (Peppe Passaguai) Ave Ninchi (Margherita) Peppino De Filippo (Mazza) Tino Scotti (Villetti) Nyta Dover (Marisa) Giovanna Ralli (Marcella) Carlo Delle Piane (Pecorino) Giancarlo Zarfati (Gnappetta) Luigi Pavese (alberto) Jole Silvani (Jole)
Crew:
regia Aldo Fabrizi soggetto Anton Germano Rossi sceneggiatura Aldo Fabrizi Ruggero Maccari Mario Amendola fotografia Mario Bava montaggio Nella Nannuzzi musica Carlo Innocenzi Enrico Simeone
Direction notes:
Il più celebre dei film di Aldo Fabrizi da regista è una commedia brillante che porta sul grande schermo le tradizioni d'avanspettacolo e vaudeville italiane, dalla commedia Cabina 27 di Anton Germano Rossi che fornisce l'ispirazione principale al settimanale "Il travaso delle idee" che fornì spunti satirici e notazioni di costume a tutta la generazione comica a cavallo tra le due guerre. Su un canovaccio classico, Fabrizi riflette sul nuovo status della famiglia popolare negli anni '50, quando le secche del dopoguerra stanno lasciando spazio ai primi segni di benessere, e su come le macchiette popolari e romanesche affrontano questo cambiamento. Chiave del successo del film, che inaugurerà una serie proseguita con La famiglia Passaguai fa fortuna (1952) e Papà diventa mamma (1953), è proprio nel triplice ruolo di Fabrizi che come regista, attore e sceneggiatore (assieme a Mario Amendola e Ruggero Maccari) crea un meccanismo comico che innesta le notazioni realistiche e di costume, gli equivoci dello spettacolo popolare e la comicità slapstick, fisica e surreale, come nelle gag con l'anguria. La famiglia Passaguai fu anche un veicolo per far apprezzare al grande pubblico una serie di caratteristi, spalle e comici di gran livello, dalla moglie Ave Ninchi al collega Peppino De Filippo, dal figlio Carlo Delle Piane (praticamente all'esordio) alla figlia Giovanna Ralli, fino al capoufficio Tino Scotti. Alla direzione della fotografia figura Mario Bava, che negli anni '60 divenne il maestro del cinema fantastico italiano, il quale appare anche come comparsa, con un fez sulla testa. Il film fu al centro di un'interrogazione parlamentare, per via di un manifesto che ritraeva una donna in costume definito "succintissimo" e in atteggiamento "disgustoso", che chiedeva la rimozione di ogni materiale pubblicitario.

Selezione film

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