Il primo incarico

Anno:
2010
Durata:
90

Sinossi

Nel 1953, una ragazza meridionale, Nena, deve lasciare famiglia e fidanzato e trasferirsi in un paesino della Puglia per assumere il suo primo incarico di maestra di scuola. Ad accoglierla, però, è una realtà ostile, quasi arcaica, popolata di persone con cui Nena non sembra condividere nulla. Determinata a portare a termine il mandato, la giovane insegnante si scontrerà con quei luoghi selvaggi dimostrando un carattere fuori dal comune e spingendosi a ripensare la propria vita in modo sorprendente. Il primo incarico segna l’esordio alla regia di Giorgia Cecere (già sceneggiatrice di Sangue vivo e Il miracolo) e si avvale dell’interpretazione di una straordinaria Isabella Ragonese, in un ritratto di donna di rara intensità.

Trailer:
Artistic Cast:
Isabella Ragonese (Nena) Francesco Chiarello (Giovanni) Alberto Boll (Francesco) Miriana Protopapa (Sorella di Nena) Rita Schirinzi (Madre di Nena) Bianca Maria Stea Lindholm (Donna Carla) Vigea Bechis Boll (Cristiana) Antonio Fumarola (Domenico) Antonia Cecere (Zia Vincenza) Gaia Masiello, Allegra Masiello, Francesco Spalluto, Luca Antonio Cecere, Enrico Maselli, Alessio Maggi, Paolo Genchi (Bambini della classe)
Primary Cast:
Crew:
regia e soggetto Giorgia Cecere sceneggiatura Giorgia Cecere Li Xiang–Yang Pierpaolo Pirone fotografia Gianni Troilo organizzazione Luciano Lucchi Ivan D'Ambrosio suono in presa diretta Daniele Maraniello montaggio Annalisa Forgione scenografia Sabrina Balestra costumi Sabrina Beretta Akiko Kusayanagi trucco Laura Franziska Maier acconciature Massimo De Pellegrino musiche originali Edizioni Warner Chappell Music Italiana S.r.l. Donatello Pisanello prodotto da Donatella Botti una produzione BIANCAFILM in collaborazione con  RAI Cinema con il contributo di Apulia Film Commission e il sostegno di Italgest Energia SpA Provincia di Brindisi Provincia di Lecce – Salento Film Fund Comuni di Cisternino e di Castrignano del Capo e con il supporto di Saletta Film
Direction notes:
«Il lato meraviglioso dell'esistente Da piccola amavo i film dei cowboy, che se ne andassero alla fine da soli verso chissà dove. La libertà l'ho imparata dai film. Guardandoli in televisione, nel piccolo tinello della nostra casa nell'ultimo paese del Capo di Leuca, scoprivo che il mondo era grandissimo, si poteva percorrere in lungo e in largo, si potevano fare cose incredibili, comportarsi in modi stravaganti, baciarsi all'improvviso tra sconosciuti, ballare sotto la pioggia. Ho voluto imparare a fare i film per raccontare il lato meraviglioso (e certo anche terribile) dell'esistente, il fatto che in qualunque momento può succedere qualunque cosa dentro e fuori di noi. Un western dei sentimenti Con Xiang-Yang ci siamo detti spesso che questo film era un western dei sentimenti. L'ho scritto con lui e con Pierpaolo Pirone, di cui conoscevo già la scrupolosa sensibilità narrativa e, in questo caso particolarmente utile, la sua passione per Truffaut, per un cinema allo stesso tempo leggero e profondo. Li Xiang-Yang invece è anche soprattutto un pittore. In realtà da quando lo conosco mi è stato compagno e maestro nell'arte cinematografica (prima di studiare al C.S.C. era all'Accademia del Cinema di Pechino), continuando però sempre a dipingere splendidi quadri. Dico questo per rendere più chiaro il modo in cui è nato il film: durante i nostri incontri di scrittura, mentre via via la storia si svolgeva davanti ai nostri occhi, noi parlavamo della luce, del tipo d'immagini, delle scenografie, dei costumi, delle sembianze di questo o quel personaggio. Poiché il mondo evocato dal film ha sempre avuto nella mia testa una vividezza particolare: è il mondo in cui sono vissuti mia madre e mio padre, alla cui storia mi sono ispirata. La ricerca visiva Il fatto che il film sia ambientato in luoghi e in un tempo lontani mi ha comunque offerto l'occasione per una ricerca di valore visivo che sentivo necessaria: volevo ricreare un mondo che fosse bello e curioso da guardare, vivo come fosse presente eppure diverso da quanto ci circonda nella vita quotidiana. Troppe cose restano nascoste dentro i nostri giorni, bisogni e desideri profondi che non riusciamo più a percepire se non come una vaga continua frustrazione. Amore immaginario Volevo raccontare l'avventura di questa giovane donna che con tanta fatica e meraviglia scopre ciò che davvero vuole nella vita rendendola il più possibile trasparente alla percezione dei sensi: tutte noi siamo state almeno una volta Nena, abbiamo costruito almeno una volta un amore immaginario di tale potenza da poter essere disperate all'idea di perderlo, a tutte noi la vita poi ha svelato la verità dolce/amara che quell'amore era niente.» Giorgia Cecere

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.