Il colore del vento

Anno:
2010
Durata:
75

Sinossi

Il colore del vento racconta il viaggio di una nave mercantile nel mar Mediterraneo. Marinai che vivono sull’acqua la maggior parte della loro vita, che si perdono nel mare per scoprire donne, uomini e città, per cogliere e raccontare le diverse realtà del Mediterraneo, incrociando popoli e culture, intrecciando passato e presente. Ogni scalo è una città, ogni città una storia.

 

Trailer:
Crew:
regia e soggetto Bruno Bigoni sceneggiatura Bruno Bigoni Silvia Da Parè Marco Villa Lara Fremder fotografia Daria D'Antonio Saverio Guarna Fabrizio La Palombara Andrea Locatelli montaggio Massimo Fiocchi Cristina Flamini musica Mauro Pagani
Direction notes:
«Oggi "Creuza de mä" è il canovaccio di un grande viaggio mediterraneo, un viaggio che dobbiamo continuare, magari cambiando protagonisti e luoghi» Mauro Pagani «L'idea di questo documentario prende spunto dal disco "Creuza de mä" realizzato da Fabrizio De André e Mauro Pagani: "Un esperimento sincretistico tendente a inventare un linguaggio in cui si riconoscessero e si identificassero tutte le genti del mediterraneo [...] un disco fuori dal tempo dove possono convivere nella stessa atemporalità episodi come "A dumenega" - che si svolge in realtà nella Genova di fine Ottocento - e "Sidún" - dove si parla della guerra arabo-israeliana di qualche anno fa» (Fabrizio De André in "Ho licenziato Dio", Cico Casartelli, "Buscadero", novembre 1966). Il disco narra la favola del viaggio della gente genovese lungo i mari e dentro il cuore dell'irrequietezza primordiale. Le sette tracce che lo compongono cantano e restituiscono suono e parola al senso di questo viaggio, lo stesso che ancora oggi marinai originari di terre lontane compiono a bordo di centinaia di navi commerciali che tutti i giorni solcano il mare Mediterraneo. Il colore del vento riprende questo tema e lo fa suo, narrando di uomini che vanno per mare, non per piantare bandiere o croci né per aggiungere capitoli alla storia o nuove scoperte, ma per non lasciare mai spegnersi la febbre dell'inquietudine, o più semplicemente perché non c'è possibilità di riscatto dalla miseria di certe vite, né riposo alla maledizione di quell'insofferenza arcaica, che è "l'andar per mare". Il nostro film allarga volutamente i confini del viaggio di De André, individuando nei marinai di uno dei tanti cargo che solcano il mare, i protagonisti di questo film. Il cargo, nel suo percorso abbraccia tutto il mare Mediterraneo, partendo idealmente da Barcellona, passando da Tangeri, Bari, la Tunisia, il Libano, Lampedusa e Dubrovnik, per approdare infine a Genova.» Bruno Bigoni

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.