Gorbaciof

Anno:
2010
Durata:
85

Sinossi

Marino Pacileo, detto “Gorbaciof” a causa di una vistosa voglia sulla fronte, è il contabile del carcere di Poggioreale a Napoli. Pacileo, schivo e silenzioso, ha una sola passione: il gioco d’azzardo. Quando scopre che il padre di Lila, la giovane cinese di cui è innamorato, non può coprire un debito contratto al tavolo da gioco, Pacileo sottrae i soldi dalla cassa del carcere e li dà alla ragazza. Dal quel momento, tra partite sbagliate, riscossione di tangenti e rapine, inizia una spirale discendente dalla quale non riuscirà più a uscire.

 

Trailer:
Artistic Cast:
Toni Servillo (Gorbaciof) Mi Yang (Lila) Geppy Gleijeses (L'avvocato) Gaetano Bruno (L'arabo) Hal Yamanouchi (Padre di Lila) Antonio Buonomo (Direttore del supermarket) Agostino Chiummariello (Direttore della fabbrica) Salvatore Ruocco (Guardia del carcere) Francesco Paglino (Rapinatore) Salvatore Striano (Rapinatore) con la partecipazione di Nello Mascia Vanacore
Crew:
regia Stefano Incerti sceneggiatura Diego De Silva Stefano Incerti fotografia Pasquale Mari montaggio Marco Spoletini musica Teho Teardo scenografia Lino Fiorito costumi Ortensia De Francesco suono Daghi Rondanini montaggio suono Fabio Pagotto mixage Marco Coppolecchia effetti sonori Tullio Arcangeli casting Costanza Boccardi Alessandra Cutolo organizzazione Maurizio Fiume Lora Del Monte Gennaro Visciano prodotto da Luciano Martino DEVON Cinematografica Edwige Fenech Immagine e Cinema Massimo Vigliar SURF Film Angelo Curti Teatri Uniti Sergio Pelone The Bottom Line in collaborazione con RAI Cinema con il contributo del MIBAC - Direzione Generale per il Cinema distribuzione italiana Lucky Red distribuzione internazionale RAI Trade
Direction notes:
«Ho iniziato a scrivere Gorbaciof sei anni fa. La sceneggiatura firmata con Diego de Silva era molto diversa, estremamente ricca di dialoghi, e con il ruolo femminile scritto per una ragazzina napoletana. In questo lungo tempo abbiamo operato una meticolosa scarnificazione, sostenuti in questo dall’ingresso nel progetto di Toni Servillo sul quale poi il personaggio è stato definitivamente calibrato. Ne è scaturito un copione molto legato all'azione, come veicolo della psicologia dei personaggi, e particolarmente stimolante per una rigorosa messa in scena. Preparando il film mi rendevo conto di poter spingere il racconto in una dimensione per niente italiana, più vicina a certo cinema asiatico o dell'est Europa. Un cinema visivo, possibilmente lirico, che partendo dal racconto della solitudine metropolitana si innalzasse a piccolo apologo, racconto morale o comunque il più possibile metaforico. Non quindi un film realista, nonostante l'ambientazione puramente napoletana, di una zona di confine geografico oltre che etnico che è il quartiere a ridosso della Stazione Centrale, non un film dalla matrice sociologica o paradocumentaria ma un racconto per immagini di una vita piccola, di un uomo apparentemente piccolo perché chiuso nella grettezza del suo minuscolo mondo fatto di serrature, soldi e carte da gioco eppure enorme nel suo sorprendente aprirsi a una nuova dimensione di tenerezze con una giovane asiatica con la quale non può scambiare parole ma solo sguardi. Da qui il bisogno, mai facile, di semplificazione, anche nella regia: evitare inutili virtuosismi, inquadrature ad effetto, carrelli descrittivi e quant'altro potesse distrarre dalla necessità di purezza di racconto. Il desiderio di raggiungere un nitore anche nel montaggio, ancor più difficile vista la già asciutta base di scrittura. La continua ricerca di "emozioni" e "atmosfere", che rimangono l'anima vera e vitale del cinema che ho sempre amato.» Stefano Incerti

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.