Divorzio all’italiana

Anno:
1961
Durata:
105

Sinossi

Sposato con Rosalia, donna petulante, il barone Fefè Cefalù, di Agramante, ama sua cugina di sedici anni, Angela, che lo ricambia. Decide dunque di sopprimere la moglie inscenando un delitto d’onore e per questo la spinge tra le braccia di un altro. Il tentativo di sorprendere gli amanti però non riesce e il paese intero ride di lui, mentre la moglie e il suo spasimante sono fuggiti lontano. L’unica soluzione è scovarli, punire la fedifraga e passare pochi anni in carcere, quindi sposare Angela che lo ha atteso ma che presto lo tradirà.

Note a margine

Commedia ormai classica e apprezzata anche all’estero (tra i suoi estimatori anche Billy Wilder), il film sfrutta i temi divorzisti dell’epoca e mette all’angolo il concetto di omicidio “per causa d’onore”, allora vigente nel codice penale italiano. I fatti che racconta sono inesorabili e assurdamente incatenati, in atmosfera da commedia grottesca. Il regista usa l’ambiente tematico della sicilianità (caro per esempio a Vitaliano Brancati, che in qualche modo sembra ispirare il film stesso, ma si può ricordare anche Giovanni Arpino) ribattuto l’anno successivo da Sedotta e abbandonata (altrettanto scabroso e anacronistico, con una ragazza che viene sedotta, ma che non subisce danno se alla seduzione segue il matrimonio). Il film ha ottenuto, tra altri premi, l’Oscar come migliore sceneggiatura originale, 2 nastri d’argento (per il soggetto e per Marcello Mastroianni, attore protagonista) e ha vinto il Prix de la meilleure comédie al festival di Cannes 1962.

Artistic Cast:
Marcello Mastroianni (Ferdinando Cefalù) Daniela Rocca (Rosalia Cefalù) Stefania Sandrelli (Angela) Lando Buzzanca (Rosario Mulè) Leopoldo Trieste (Carmelo Patanè) Saro Arcidiacono (Dottor Talamone) Angela Cardile (Agnese Cefalù)
Crew:
regia Pietro Germi soggetto e sceneggiatura Ennio De Concini Pietro Germi Alfredo Giannetti fotografia Leonida Barboni Carlo Di Palma montaggio Roberto Cinquini scenografia Carlo Egidi musica Carlo Rustichelli aiuto regia Renzo Marignano produttore Franco Cristaldi
Direction notes:
Commedia ormai classica e apprezzata anche all'estero (tra i suoi estimatori anche Billy Wilder), il film sfrutta i temi divorzisti dell'epoca e mette all'angolo il concetto di omicidio "per causa d'onore", allora vigente nel codice penale italiano. I fatti che racconta sono inesorabili e assurdamente incatenati, in atmosfera da commedia grottesca. Il regista usa l'ambiente tematico della sicilianità (caro per esempio a Vitaliano Brancati, che in qualche modo sembra ispirare il film stesso, ma si può ricordare anche Giovanni Arpino) ribattuto l'anno successivo da Sedotta e abbandonata (altrettanto scabroso e anacronistico, con una ragazza che viene sedotta, ma che non subisce danno se alla seduzione segue il matrimonio). Il film ha ottenuto, tra altri premi, l'Oscar come migliore sceneggiatura originale, 2 nastri d'argento (per il soggetto e per Marcello Mastroianni, attore protagonista) e ha vinto il Prix de la meilleure comédie al festival di Cannes 1962.

Selezione film

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