Pane e cioccolata

Anno:
1974
Durata:
110

Sinossi

Nino Garofoli, cameriere italiano emigrato nella Svizzera tedesca, lavora in prova al Beau Rivage, un ristorante di lusso. Nino spera di sistemarsi per farsi raggiungere dalla famiglia rimasta al paese. Il posto gli è però conteso da un altro cameriere di nazionalità turca, anche lui in prova. La scoperta del cadavere di una ragazza violentata in un parco e il successivo interrogatorio da parte della polizia coinvolgono il nostro povero emigrante in una vicenda che finisce col provocarne il licenziamento. Costretto a partire, Nino assiste sul treno ai canti dei connazionali che tornano a casa e all’arrivo dei familiari del cameriere turco che ha avuto il posto. Con un impeto di ribellione, malgrado disoccupato e senza permesso di soggiorno, Nino decide di restare e trova ospitalità presso una giovane esule greca che tiene clandestinamente con sé il figlio. Riesce anche a farsi assumere come cameriere da un industriale miliardario italiano che si trova in Svizzera per motivi fiscali, al quale affida i propri risparmi, poi festeggia con la giovane greca che gli si concede. Dopo pochi giorni la situazione precipita: l’abbandono della moglie assieme a un improvviso crac economico conducono l’industriale al suicidio. Nino ha perso tutto: cerca rifugio presso un vecchio amico che vive in un accampamento di baracche per lavoratori stranieri. Assieme all’amico e a un terzo operaio sardo partecipa a uno spettacolino in cui, in abiti femminili, canta strofette a doppio senso. L’acceso diverbio che segue lo convince a partire per rientrare finalmente in patria, ma nuovamente, alla vista degli emigranti sul treno, cambia idea e si ritrova a lavorare in un mattatoio di polli. Alla fine vediamo Nino con i capelli tinti di biondo mentre si finge svizzero: per un po’ la mascherata gli permette di vivere un’inebriante quanto artificiosa situazione di parità nell’ambiente fino ad allora ostile, poi in una birreria si tradisce tifando ostentamente per l’Italia nel corso di una partita di calcio. Viene scaraventato fuori dal locale. Con il viso graffiato e i capelli tagliuzzati viene scortato alla stazione per il rimpatrio. È sul punto di salire sul treno quando, sul marciapiede, scorge la giovane esule greca che gli ha procurato un permesso di soggiorno di sei mesi. Nino, stanco e sfiduciato, lo rifiuta e parte. Il treno scompare in una galleria, ma dopo un po’ ecco Nino emergere dal buio, mentre cammina lungo i binari per qualche metro, poi si ferma, incerto e spaesato.

Note a margine

Nella migliore tradizione della commedia “Italian style”, Franco Brusati, sceneggiatore (assieme allo stesso Nino Manfredi e a Iaia Fiastri) e regista, orchestra sapientemente amarezza, malinconia, umorismo e satira, inserendo toni grotteschi e surreali che contribuiscono a una rappresentazione del tema dell’emigrazione scevra da facili cadute nel populismo. Il paesano laziale, forzatamente immesso in un ambiente cittadino svizzero, estraneo, ostile e agli antipodi come usi e costumi attiva un meccanismo comico in grado di generare situazioni di sicuro effetto comico, garantendo il sorriso e spesso anche la risata liberatoria. Manfredi, anche se talvolta sopra le righe, utilizza tutto il repertorio del personaggio che lo ha reso celebre agli esordi della sua carriera.

Il film prese l’Orso d’argento al Festival di Berlino, due David di Donatello (miglior film e migliore attore a Manfredi) e altri premi, e venne distribuito con successo in diversi paesi europei.

Artistic Cast:
Nino Manfredi (Giovanni) Johnny Dorelli (Industriale) Anna Karina (Elena) Paolo Turco (Gianni) Ugo D'Alessio (Vecchio) Tano Cimarosa (Giacomo) Gianfranco Barra (Turco) Giacomo Rizo (Michele) Francesco D'Adda (Rudiger)
Crew:
regia e soggetto Franco Brusati sceneggiatura Franco Brusati Iaia Fiastri Nino Manfredi fotografia Luciano Tovoli montaggio Mario Morra musica Daniele Patucchi
Direction notes:
Nella migliore tradizione della commedia "Italian style", Franco Brusati, sceneggiatore (assieme allo stesso Nino Manfredi e a Iaia Fiastri) e regista, orchestra sapientemente amarezza, malinconia, umorismo e satira, inserendo toni grotteschi e surreali che contribuiscono a una rappresentazione del tema dell'emigrazione scevra da facili cadute nel populismo. Il paesano laziale, forzatamente immesso in un ambiente cittadino svizzero, estraneo, ostile e agli antipodi come usi e costumi attiva un meccanismo comico in grado di generare situazioni di sicuro effetto comico, garantendo il sorriso e spesso anche la risata liberatoria. Manfredi, anche se talvolta sopra le righe, utilizza tutto il repertorio del personaggio che lo ha reso celebre agli esordi della sua carriera. Il film prese l'Orso d'argento al Festival di Berlino, due David di Donatello (miglior film e migliore attore a Manfredi) e altri premi, e venne distribuito con successo in diversi paesi europei.

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.