Leoni al sole

Anno:
1961
Durata:
100

Sinossi

Tre vitelloni napoletani in vacanza a Positano: Mimì incontra la milanese Giuli, con la voglia di divertirsi senza impegnarsi mai; Giugiù cerca in modo goffo di far vincere il gallismo partenopeo; Scisciò, invece, dopo una vita da nulla facente, decide di mettere la testa a posto e di cercarsi un lavoro. Con la fine dell’estate, ognuno tornerà alla propria vita, ai propri problemi, alle proprie speranze.

Note a margine

Antesignano dei molti film balneari che dagli anni ’60 hanno percorso la commedia italiana fino ai giorni nostri, Leoni al sole è l’esordio di Caprioli come regista che in modo bonario s’ispira ai Vitelloni di Fellini per realizzarne una sorta di versione leggera e solare. Vagamente ispirato dal romanzo Ferito a morte di Raffaele La Capria (premio Strega nello stesso anno), che collabora alla sceneggiatura con Caprioli, il film è un ritratto della media borghesia campana, rappresentata nei suoi luoghi di svago, nell’ambiente in cui palesare i difetti che la vita pubblica del resto dell’anno occulta, soprattutto nel rivendicare un certo maschilismo – o per meglio dire machismo – e indolenza, in contrasto con l’etica del lavoro e della famiglia socialmente accettate, stemperando il cinismo e l’amarezza di fondo con tocchi più sorridenti e con le caratterizzazioni ironiche dei personaggi. Fotografato in scintillanti colori da Carlo di Palma e impreziosito dalla canzone Giochi d’ombre cantata da Mina, Leoni al sole (il cui titolo di lavorazione era Leoni a giugno) passò quasi inosservato all’uscita e fu riscoperto e rivalutato grazie al restauro della Cineteca Nazionale di Roma, che lo ha presentato alla Mostra di Venezia del 2008.

Artistic Cast:
Vittorio Caprioli (Giugiù) Franca Valeri (Giulia) Serena Vergano (Serena) Philippe Leroy (Mimì) Francesco Morante (Sciosciò) Carlo Giuffrè (Zazà)
Crew:
regia Vittorio Caprioli soggetto e sceneggiatura Raffaele La Capria Vittorio Caprioli fotografia Carlo Di Palma montaggio Nino Baragli scenografia Aurelio Crugnola musica Fiorenzo Carpi
Direction notes:
Antesignano dei molti film balneari che dagli anni '60 hanno percorso la commedia italiana fino ai giorni nostri, Leoni al sole è l'esordio di Caprioli come regista che in modo bonario s'ispira ai Vitelloni di Fellini per realizzarne una sorta di versione leggera e solare. Vagamente ispirato dal romanzo Ferito a morte di Raffaele La Capria (premio Strega nello stesso anno), che collabora alla sceneggiatura con Caprioli, il film è un ritratto della media borghesia campana, rappresentata nei suoi luoghi di svago, nell'ambiente in cui palesare i difetti che la vita pubblica del resto dell'anno occulta, soprattutto nel rivendicare un certo maschilismo – o per meglio dire machismo – e indolenza, in contrasto con l'etica del lavoro e della famiglia socialmente accettate, stemperando il cinismo e l'amarezza di fondo con tocchi più sorridenti e con le caratterizzazioni ironiche dei personaggi. Fotografato in scintillanti colori da Carlo di Palma e impreziosito dalla canzone Giochi d'ombre cantata da Mina, Leoni al sole (il cui titolo di lavorazione era Leoni a giugno) passò quasi inosservato all'uscita e fu riscoperto e rivalutato grazie al restauro della Cineteca Nazionale di Roma, che lo ha presentato alla Mostra di Venezia del 2008.

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.