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La Rete degli Spettatori si unisce in difesa del genere documentaristico

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Condividiamo una lettera pubblicata e diffusa dalle maggiori associazioni di autori italiani in difesa del DOCUMENTARIO: genere bistrattato, penalizzato specialmente in Italia, nonostante sia il più innovativo e vitale.

al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
al Sottosegretario di Stato per la cultura Lucia Borgonzoni
al Direttore della Direzione generale Cinema e audiovisivo Nicola Borrelli
al Direttore Generale della RAI Giampaolo Rossi
all’Amministratore Delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco
al Direttore di Rai Documentari Fabrizio Zappi
al Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia
all’Amministratore Delegato di Cinecittà Nicola Maccanico

Gentilissimi e gentilissime,

con questa lettera, che intendiamo rendere pubblica, vogliamo richiamare l’attenzione su un paradosso che a nostro giudizio merita una riflessione e un confronto tra tutti coloro che hanno a cuore il cinema e l’audiovisivo del nostro paese.

Negli ultimi anni i documentari italiani hanno vinto prime serate in tv, ottenuto successi nelle sale cinematografiche e sulle piattaforme, grandi riconoscimenti nei festival nazionali e internazionali.

A fronte di questi innegabili successi, permane un atteggiamento di poca considerazione nei confronti del documentario da parte di importanti soggetti istituzionali italiani. Non ci riferiamo solo alla ridotta entità dei finanziamenti selettivi del MIC riservati al documentario ma anche al taglio degli investimenti sul documentario che ha subito Rai Cinema e alla drastica diminuzione delle produzioni interne dell’ex Istituto Luce, che pure hanno contribuito enormemente alla valorizzazione di un archivio unico al mondo, alla vigilia del centenario che lo classifica tra le istituzioni dell’audiovisivo più antiche d’Europa.

Il costo medio dei documentari italiani si aggira tra il 25% e il 50% del costo medio dei documentari europei. Basti pensare che il totale delle risorse annuali disponibili per il documentario tra Luce e Rai Cinema non arriva a 3 milioni di euro: una cifra che in altri paesi europei basterebbe a finanziare 5-6 documentari in tutto.

L’esiguità dei budget ha molte conseguenze: artistiche, professionali, umane. Avvilisce le possibilità di ricerca e di scrittura, spesso fasi a budget “zero”, eppure essenziali, perché lì si costruiscono originalità e profondità di personaggi e ambientazioni. Comprime i tempi di realizzazione e del montaggio, cruciali per un genere come il documentario, dove è proprio lo “scontro” con l’imprevedibilità del reale a donare quell’autenticità e quell’originalità che ne hanno assicurato il crescente successo in questi ultimi anni, nonostante budget 10-20 volte inferiori rispetto alla media dei lungometraggi di finzione.

Si dirà allora: ma se vantate i successi raggiunti dal documentario italiano, in fondo queste difficoltà non devono essere così gravi…

È qui che bisogna considerare invece le conseguenze di questo stato di cose su chi questo lavoro cerca di farlo al meglio, con passione. È un lavoro duro il nostro, lontano dai riflettori. I tempi di ricerca, scrittura, ripresa e montaggio di un documentario sono in genere molto più lunghi rispetto a un film di finzione: questo significa compensi bassi, per di più diluiti su periodi molto lunghi. Significa registi costretti a fare salti mortali per completare il proprio film. Significa molti sacrifici, molti lavori collaterali, quando non meramente alimentari, che distolgono dal proprio lavoro, e ovviamente rendono impossibile maturare una pensione. Visto che in questi ultimi tempi si è parlato di compensi eccessivi per i registi, è bene sapere che alcuni dei migliori documentaristi italiani hanno abbandonato il genere per la fatica e la frustrazione delle condizioni appena descritte.

La nostra non vuole essere una vuota polemica, ma un contributo a un confronto che ci sembra importante per la qualità della cultura italiana e per il ruolo essenziale che la conoscenza e il racconto del reale giocano in una democrazia evoluta. Di fronte a un mondo in cui la verità della rappresentazione è costantemente minacciata e travisata (pensiamo solo all’impatto sull’opinione pubblica delle fake news, dei deep fake e di altri interventi sempre più intrusivi prodotti dall’intelligenza artificiale) il documentario creativo propone un’indagine basata sul dialogo, sul confronto, sull’approfondimento, individua personaggi e testimonianze autorevoli, costruisce un racconto empatico e complesso del reale. Tutto questo lavoro si fonda su un impegno professionale e etico che ha un costo altissimo a livello umano, ma che è garanzia di una narrazione che tenta il più possibile di essere uno sguardo onesto sul reale: noi crediamo che ogni persona di buon senso conosca oggi l’immenso valore che questo semplice atto di testimonianza ha per la nostra democrazia.

I soci delle associazioni di categoria firmatarie di questa lettera chiedono un confronto urgente su questi temi, che non può limitarsi – com’è evidente – al problema dei budget, ma riguarda anche le linee editoriali e, più in generale, la strategia con cui impostare l’intervento pubblico a sostegno del documentario italiano per i prossimi anni.

Siamo convinti che l’attuale crisi di sistema potrebbe diventare l’opportunità per disegnare una nuova strategia per la produzione nazionale di documentari di alta qualità che sia fondata, oltre che sul sostegno del MiC, sulla collaborazione degli altri due principali soggetti pubblici chiamati a questa missione culturale e industriale: Cinecittà e Rai.

Immaginiamo che la produzione documentaristica di Cinecittà (ex Istituto Luce) possa riorganizzarsi per offrire un panorama diversificato per generi, approcci, tipi di pubblico: continuando a puntare come in passato sulla valorizzazione dei suoi straordinari materiali d’archivio ma proponendo anche nuovi format per la serialità; capace di valorizzare il racconto del reale, di divulgazione o d’autore, così come di promuovere progetti sperimentali, contaminazioni di linguaggi ed esordi coraggiosi.  Ma immaginiamo anche che questa produzione possa essere fin dall’inizio progettata insieme alla nostra televisione pubblica attraverso Rai Cinema e Rai Documentari e destinata, per esempio, oltre che ai canali generalisti, alla diffusione sui canali tematici e sulla piattaforma RaiPlay.

Un obiettivo che consideriamo come il primo necessario tassello di una strategia che punti alla valorizzazione di un genere cinematografico che – non ci stancheremo mai di ricordarlo – rappresenta un’eccellenza culturale riconosciuta nel mondo e che avrebbe bisogno solo di una visione a lungo termine e di un sistema stabile e virtuoso di finanziamento, sia per rafforzarsi internamente che per conquistare i mercati internazionali.

100autori, Doc/it, ANAC, AIR3

[Foto in copertina di Keagan Henman su Unsplash ]

La dodicesima edizione di A TUTTO SCHERMO celebra il cinema indipendente e il genere documentario

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Si è recentemente conclusa con grande successo la dodicesima edizione di A tutto schermo, la tradizionale manifestazione cinematografica dedicata alla promozione del cinema indipendente organizzata dalla Rete degli Spettatori, che quest’anno ha posto un’attenzione particolare al genere documentario. Il sostegno del Ministero della Cultura (MIC) ha contribuito in modo significativo al successo e alla riuscita della manifestazione.

La rassegna, che si è svolta in diverse location sparse per l’Abruzzo, la Toscana e la Sicilia, presso sale cinematografiche che, a causa della distanza dai grandi centri, non hanno la possibilità di accedere al documentario di qualità, ha accolto numerosi spettatori desiderosi di scoprire le eccellenze del panorama cinematografico indipendente. La selezione di film proposta quest’anno ha riscosso un ampio consenso, offrendo al pubblico un’esperienza coinvolgente e stimolante.

Con una programmazione attenta e curata, A tutto schermo ha offerto un’opportunità unica per esplorare la potenza narrativa e l’originalità espressiva del genere documentario, evidenziando la diversità di stili e tematiche affrontate dai registi indipendenti.

  • “La Terra Mi Tiene”: Il grano come metafora di vita, morte e rinascita. Un ritorno dei giovani alla terra per ritrovare le proprie radici. Film Documentario di Sara Manisera e Arianna Pagani.
  •  “Il Tempo dei Giganti”: Il viaggio di Giuseppe verso la terra del padre, nella Piana degli ulivi monumentali, laddove è imminente l’arrivo dell’epidemia. L’emergenza xyllella come la pandemia, affrontata in modo inadeguato. Film Documentario di Davide Barletti e Lorenzo Conte.
  • “Feneen”: Un ritratto dell’attuale scena musicale e urbana rap e hip hop a cavallo fra l’Italia e Dakar raccontata dai suoi giovani protagonisti. Film Documentario di Giulia Rosco.
  •  “L’Ombra del Fuoco”: La resistenza dei luoghi tra dolore e desiderio di rinascita. La natura che chiede il conto dell’abuso che ne fanno gli esseri umani. Film Documentario di Enrico Pau.

Siamo entusiasti del calore e dell’interesse dimostrato dal pubblico nei confronti del cinema indipendente e dei documentari, soprattutto dopo due anni di assenza dalle sale – ha dichiarato Marco Scuotto, Presidente della Rete degli Spettatori – Desideriamo ringraziare il Ministero della Cultura per il sostegno fondamentale e tutti coloro che partecipando alle proiezioni hanno reso possibile questo straordinario evento dedicato al cinema d’autore.”

Oltre a dare visibilità a registi affermati che si sono occupati di problematiche legate all’ambiente e al territorio, quest’anno abbiamo voluto offrire spazio a tre registe giovani ed esordienti, seguendo la linea intrapresa dalla Direzione cinema di incentivazione alla presenza femminile e ai giovani debuttanti dietro la cinepresa”, ha aggiunto Paola Casella, Direttrice Artistica della Rete.

A tutto schermo 2023: da Grosseto a Siracusa via al progetto del cinema indipendente

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Anche quest’anno, grazie al sostegno del MIC, la Rete degli Spettatori ha la possibilità di diffondere il progetto culturale “A tutto schermo 2023” con una rassegna di quattro film inediti ad ingresso libero, selezionati da una commissione di esperti, che verranno proiettati dal 15 novembre al 15 dicembre nelle sale di Avezzano (AQ), Grosseto e Siracusa.

Tra temi ambientali e legati al mondo dei giovani, accanto a registi già affermati nel documentario d’autore si sono fatte spazio anche giovani registi esordienti.

La scelta per i film in rassegna A tutto schermo quest’anno è ricaduta su: La Terra Mi Tiene” di Sara Manisera e Arianna Pagani, un ritorno dei giovani alla terra per ritrovare le proprie radici; Il Tempo dei Giganti” di Davide Barletti e Lorenzo Conte con l’emergenza xyllella come la pandemia, affrontata in modo inadeguato; Feneen” di Giulia Rosco, un ritratto dell’attuale scena musicale e urbana rap e hip hop a cavallo fra l’Italia e Dakar raccontata dai suoi giovani protagonisti e “L’Ombra del Fuoco – S’umbra ‘e su fogu” di Enrico Pau, in cui la natura chiede il conto dell’abuso che ne fanno gli esseri umani.

L’obiettivo della Rete degli Spettatori con questo progetto A tutto schermo, ormai alla sua dodicesima edizione, è di incuriosire e attrarre un pubblico che non avrebbe altrimenti accesso a titoli esclusi dalla distribuzione mainstream. Opere prime e documentari fuori dalle logiche delle grandi distribuzioni, dando rilevanza alle sale non legate esclusivamente all’offerta più commerciale, le sale di provincia e le monosala dei centri urbani.

LA TERRA MI TIENE

  • Mercoledì 15 novembre, ore 21.00: LA TERRA MI TIENE – Avezzano, Multiplex Astra
  • Giovedì 16 novembre, ore 19.00: LA TERRA MI TIENE – Siracusa, Cinema Aurora
  • Venerdì 17 novembre, ore 19.00: LA TERRA MI TIENE – Grosseto, Cinema Stella

IL TEMPO DEI GIGANTI

  • Mercoledì 22 novembre, ore 21.00: IL TEMPO DEI GIGANTI Avezzano, Multiplex Astra
  • Venerdì 24 novembre, ore 19.00: IL TEMPO DEI GIGANTI Grosseto, Cinema Stella
  • Martedì 28 novembre, ore 19.00: IL TEMPO DEI GIGANTI Siracusa, Cinema Aurora

L’OMBRA DEL FUOCO

  • Mercoledi 29 novembre, ore 21.00: L’OMBRA DEL FUOCO Avezzano, Multiplex Astra
  • Venerdì 1° dicembre, ore 19.00: L’OMBRA DEL FUOCO Grosseto, Cinema Stella
  • Martedì 5 dicembre, ore 19.00: L’OMBRA DEL FUOCO Siracusa, Cinema Stella

FENEEN

  • Mercoledì 6 dicembre, ore 21.00: FENEEN Avezzano, Multiplex Astra
  • Martedì 12 dicembre, ore 19.00: FENEEN Siracusa, Cinema Aurora
  • Venerdì 15 dicembre, ore 19.00: FENEEN Grosseto, Cinema Stella

Cinema e scuola: il nostro evento il 15 giugno al cinema Intrastevere

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Si terrà giovedì 15 giugno dalle ore 10 alle ore 14 al cinema Intrastevere di Roma la presentazione dei risultati del lavoro svolto dalla Rete degli Spettatori nell’ambito del Piano nazionale di educazione all’immagine promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. La giornata Cinema e scuola: la condivisione nell’epoca degli algoritmi che dividono sarà soprattutto l’occasione di un incontro e dibattito tra tutti coloro che hanno a cuore il cinema e l’audiovisivo come linguaggi della cultura e come arte.

Il progetto della Rete degli Spettatori – realizzato sia nelle aule di 9 scuole sul territorio italiano che con una formazione on-line per i docenti – nasce dall’esigenza di creare alfabetizzazione e pensiero critico intorno al linguaggio cinematografico e audiovisivo, per consentire agli studenti di familiarizzarsi con i processi produttivi e creativi che sottendono le opere audiovisive. La presentazione di brevi video realizzati con gli studenti farà da cornice al dibattito previsto tra tutti i partecipanti sul senso, le pratiche e le strategie per le attività culturali di base, anche a fronte dei nuovi scenari che si aprono con l’esplosione dell’intelligenza artificiale.

Commenta Valerio Jalongo, regista e docente a capo della Rete degli Spettatori: “Il cinema e l’audiovisivo sono ormai veicoli primari per esperienze culturali, etiche ed estetiche senza le quali non si hanno strumenti per partecipare alla complessità delle nostre comunità democratiche: per questo è fondamentale che la scuola riconosca i giovani come spettatori-creatori di questo linguaggio.  Ma c’è un altro terreno comune tra cinema e scuola: classi e sale cinematografiche, infatti rappresentano spazi reali per una condivisione aperta che può bilanciare quegli spazi virtuali dove la condivisione e il confronto sono assenti o controllati da ignoti algoritmi”.

Interverranno: Valerio Jalongo, Paola Casella, Piero De Chiara, Paolo Musu, Gianclaudio Lopez, Valeria Doddi, Giulia Serinelli per il MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) e un rappresentante del MIC (Ministero della Cultura)

RSVP info@retedeglispettatori.it

La Rete degli Spettatori  –  Chi siamo

Nel 2011 nasce la Rete degli Spettatori con l’obiettivo di valorizzare i migliori autori e le loro opere attraverso la promozione, il supporto e la creazione di nuovi canali e nuove modalità distributive, coniugandoli con il sostegno alle sale e con attività di introduzione al linguaggio e alla conoscenza del cinema nelle scuole e non. Nel suo percorso la Rete ha provato a leggere la contemporaneità, tentando di analizzare le tendenze per poter proporre iniziative attuali. Undici anni di attività, in cui la Rete è stata presente nei cinema, nelle scuole, sui social e sulle piattaforme.

La Rete degli Spettatori si prefigge, da più di dieci anni, di dare visibilità a film solitamente esclusi dalle grandi distribuzioni e dalle piattaforme, valorizzando la qualità e la differenziazione delle opere, dando spazio ad artisti indipendenti e ai giovani.

 

A tutto schermo 2022 – Lo streaming in aiuto del cinema indipendente

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Parte oggi la undicesima edizione di A TUTTO SCHERMO, la rassegna online dedicata al cinema indipendente italiano di qualità a cura della Rete degli Spettatori e in collaborazione con la piattaforma www.cgtv.it di CG Entertainment. Anche questa edizione vedrà protagonista non solo il miglior cinema di finzione ma anche il mondo del documentario, un modo di fare cinema che è avanguardia rispetto ai linguaggi e alle tecnologie contemporanei.

A TUTTO SCHERMO nasce con l’obiettivo di intercettare tutta una serie di titoli italiani che hanno avuto poca tenitura in sala, a causa di mere logiche di mercato, o sono al momento transitati solo nel circuito festivaliero, per dar loro una nuova vita, una nuova possibilità di visione per un pubblico più ampio e variegato ormai abituato a nuove modalità di visione.

Grazie alla collaborazione con CG tv, piattaforma da sempre attenta al cinema italiano indipendente e ai migliori documentari in circolazione, A TUTTO SCHERMO potrà valorizzare la selezione di titoli che saranno visibili in streaming e arricchiti di interviste e approfondimenti, per raggiungere un pubblico che altrimenti non avrebbe mai avuto la possibilità e lo spazio per vederli.

Inoltre, durante tutta la durata della rassegna, ci saranno anche eventi in presenza con proiezioni speciali in sale selezionate in tutta Italia a conferma del binomio ON-OFF alla base della manifestazione.

La rassegna si struttura in tre percorsi, uno dedicato al miglior cinema indipendente italiano e gli altri due al mondo del documentario, che saranno acquistabili singolarmente:

Percorso A Tutto Schermo 22 (costo pacchetto 20 euro) – 5 documentari praticamente inediti o passati solo ai Festival saranno disponibili in streaming per tutto il periodo e arricchiti da una proiezione speciale alla presenza virtuale del regista per introdurre e approfondire personalmente il titolo.

  • The Matchmaker di Benedetta Argentieri (2022) – Fandango, Venezia 2022 fuori-concorso. Premiere 25 novembre alla presenza della regista
  • Rue Garibaldi di Federico Francioni (2021) – Produzione: Cinevoyage Premiere 1 dicembre alla presenza del regista
  • Divided: What Language Do You Express Love in? di Federico Schiavi e Christine Reinhold (2022) – Produzione: A World With a View in collaborazione con Nacne Premiere 5 dicembre alla presenza dei registi
  • Innesti di Sandro Bozzolo (2022) – Produzione Una Film, Enrica Viola Premiere 13 dicembre alla presenza del regista
  • Nulla di sbagliato di Davide Barletti e Gabriele Gianni e prodotto da Cinemovel in associazione con CIAI e Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa (2020) Premiere 15 dicembre alla presenza dei registi

Percorso Altri sguardi (costo pacchetto 10 euro) – selezione di 5 film dalla library di CG Entertainment, espressione del miglior cinema indipendente degli ultimi 20 anni, arricchiti da approfondimenti.

  • Il resto di niente – Antonietta De Lillo, 2004
  • I cormorani – Fabio Bobbio, 2016
  • L’ospite – Duccio Chiarini, 2018
  • Sole – Carlo Sironi, 2019
  • Selfie – Agostino Ferrente, 2019

Percorso L’invenzione del reale (costo pacchetto 10 euro) – selezione di 5 documentari degli ultimi dieci anni dalla library di CG Entertainment, arricchiti da approfondimenti.

  • The Dark Side of the Sun – Carlo Hintermann, 2011
  • Terramatta – Costanza Quatriglio, 2012
  • Noi non siamo come James Bond – Mario Balsamo, 2013
  • Un altro me – Claudio Casazza, 2016
  • Il senso della bellezza – Valerio Jalongo, 2017

A TUTTO SCHERMO è un progetto a cura della Rete degli Spettatori in collaborazione con CG Entertainment, e con Cinefilos.it media partner dell’iniziativa.

A tutto schermo 2022

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È tempo di guardarci in faccia, noi che amiamo il cinema, che lavoriamo nel cinema e vorremmo sempre proteggerlo. Sia la sala cinematografica come luogo sia il film come opera d’arte e cultura non sono più al centro dell’immaginario collettivo. Certo, è così da anni, ma le vicende e le questioni legate alla pandemia di Covid-19 hanno accelerato incredibilmente i processi e le questioni legate alla distribuzione dei film di qualità e/o indipendenti. Possiamo passare i prossimi anni a cercare le colpe e qualcuno a cui addossarle oppure possiamo fare qualcos’altro, per esempio provare a ricostruire un discorso pubblico attorno al cinema, interessare gli spettatori e portarli fuori dal salotto di casa e dalle nuove abitudini di visione.

La Rete degli Spettatori da più di 10 anni è al fianco di chi il cinema lo fa e di chi lo guarda e in questo tempo ci siamo accorti che il rapporto delle persone con le sale cinematografiche è cambiato; vogliamo quindi intervenire in questo cambiamento, riportando il pubblico davanti a un grande schermo e soprattutto davanti a film importanti, che sfuggano dalle regole di un mercato sempre più aspro e selvaggio, dai linguaggi di chi ha a cuore una fruizione solamente passiva del film. Vogliamo che i film parlino allo spettatore e che gli spettatori possano parlare con i film, i registi e i produttori di opere indipendenti e capaci di cogliere il mondo in cui viviamo e renderlo immagine, linguaggio, arte e pensiero.

Per il terzo anno di fila, A tutto schermo decide di dedicarsi al mondo del documentario, un modo di fare cinema che è avanguardia rispetto ai linguaggi e alle tecnologie contemporanei, capace di mostrare e analizzare il tempo e il mondo in cui viviamo e al tempo stesso è difesa di un’idea libera di cinema, necessariamente lontana da logiche di potere o commercio. Il documentario è dialogo con la realtà e i suoi protagonisti, è rifiuto delle imposizioni, è una forza di riflessione e creazione contro le imposizioni.

In virtù di questo dialogo, il documentario necessita la visione collettiva più di altri linguaggi cinematografici, non si può però negare che, proprio in questi anni di contrazione degli spettatori, le piattaforme streaming abbiano offerto uno spazio importante e prezioso alla forma del documentario e ai suoi temi, per questo abbiamo deciso di collaborare per la rassegna di quest’anno, e speriamo anche in futuro, con CG Entertainment, piattaforma da sempre attenta al cinema italiano indipendente e ai migliori documentari in circolazione.

Con CG Entertainment lavoreremo su due fronti: la valorizzazione dei nuovi film della rassegna A tutto schermo ’22, che dopo il passaggio nelle sale accompagnati dagli autori, saranno visibili in streaming e arricchiti di interviste e approfondimenti, per raggiungere il pubblico che questi film non può vederli in sala; la creazioni di due percorsi sul documentario e il cinema indipendente italiano composti dai migliori film della piattaforma, a cui forniremo una curatela editoriale fatta di contributi critici e interviste.

Perché non è lo streaming il nemico da combattere per salvare il cinema dall’oblio, ma l’uso delle piattaforme come mezzo di gestione del potere da parte dei colossi industriali, delle multinazionali della “cultura” che approfittano delle crisi per minimizzare concorrenza e dissenso. Noi cerchiamo di fare la nostra parte, di mostrare i film e valorizzarne le forme artistiche e creativa. Vogliamo avervi al nostro fianco, dentro una sala e davanti a uno schermo.

LA SELEZIONE in collaborazione con CGTV

• “Divided: What Language Do You Express Love in?” di Federico Schiavi e Christine Reinhold (2022) – Produzione: A World With a View in collaborazione con Nacne

• “Rue Garibaldi” di Federico Francioni (2021) – Produzione: Cinevoyage

• “Nulla di sbagliato” di Davide Barletti e Gabriele Gianni e prodotto da Cinemovel in associazione con CIAI e Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa (2020)

• “Innesti” di Sandro Bozzolo (2022) – Produzione Una Film, Enrica Viola

• “The matchmaker” di Benedetta Argentieri (2022) – Fandango

• “Dal pianeta degli umani di Giovanni Cioni” (2021)  Produzione Graffiti Doc, Iota Production, Tag Film – (solo nei cinema aderenti all’iniziativa)

A tutto schermo 2021

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Dal 15 novembre al 20 dicembre torna “A Tutto Schermo” la manifestazione, giunta al decimo anno e promossa da “La Rete degli Spettatori” che porta in giro per l’Italia proiezioni e incontri con gli autori. Un’iniziativa che sposa il ritorno in sala e che vuole sottolineare l’importanza del cinema documentario e del cinema indipendente come rinnovati strumenti per raccontare la realtà.

Saranno 8 i documentari selezionati ad essere proiettati in 12 sale che vanno dall’Emilia Romagna, alla Lombardia, passando il Veneto, il Piemonte, la Liguria, il Lazio e la Toscana.

A selezionare gli 8 documentari di “A tutto Schermo”Valerio JalongoPaola Casella, Fabrizio GrosoliEmanuele Rauco e Lorenzo Dionisi. L’obiettivo è stato individuare titoli che potessero illustrare la varietà, la profondità e la bellezza degli approcci che i cineasti italiani e stranieri, hanno nei confronti del cinema. Un obiettivo condiviso per portare il cinema e la cultura dove non arrivano, creando uno spazio sempre maggiore per il cinema indipendente e per il cinema del reale in particolare. Dalla camorra all’Iran passando per la lotta delle femministe curde solo alcuni dei temi trattati. Ma anche la vita del Premio Nobel Jaques Dubochet e del cantautore Charles Aznavour.

Le città e i cinema coinvolti nell’iniziativa, a partire dal 15 novembre, saranno: Brescia (Cinema Sereno), Torino (Cineteatro Baretti), Milano (Mexico e Palestrina) Modena (Cinema Truffaut e Astra) Roma (Apollo 11 e Cinema Farnese), Padova (Multisala Pio X) Tivoli (Giuseppetti), La Spezia (Cinema Nuovo), Pisa (Arsenale).

8 i documentari selezionati per “A Tutto Schermo” di cui, per la prima volta, 4 stranieri. Dall’Italia arrivano: Io resto di Michele Aiello che racconta come una piccola squadra di telecamere sia entrata nelle corsie dello Spedali Civili di Brescia, mentre drammaticamente si stava verificando il primo picco pandemico di Covid-19 a marzo 2020. Gelsomina Verde di Massimiliano Pacifico racconta la storia della giovane Gelsomina Verde, vittima della camorra, barbaramente torturata e uccisa a soli 21 anni durante la cosiddetta prima faida di Scampia.

L’occhio di vetro di Duccio Chiarini è il racconto di un viaggio nel tempo e nella memoria. Il regista, partendo dal diario scritto in guerra dal prozio, compone un mosaico inedito e sfaccettato della storia d’Italia attraveso la ricerca sul passato fascista di una famiglia.

Man kind Man di Iacopo Patierno, nell’intreccio di quattro storie, racconta l’intimità del mare e restituisce una testimonianza di chi lotta contro l’inarrestabile fluire degli eventi.

Sul fronte internazionale: Radiograph of a family di Firouzeh Khosrovani vede la cineasta iraniana,  da sempre attenta ai fenomeni socio-politici del suo Paese, ripercorre la sua vita di figlia attraverso tasselli di memoria e i reperti dei genitori. Un documentario d’archivio i sulle origini e sui conflitti familiari che raccontano le mutazioni culturali di un Paese. Da Teheran alla Svizzera un commovente ritratto di famiglia. The other side of the river di Antonia Kilian il coraggioso e rivoluzionario percorso di Hala, femminista militante curda che sceglie di arruolarsi nell’esercito per proteggere le donne dall’oppressione e dalla tirannia. In Citizen Nobel di Stéphane Goël si ripercorre la storia di Jaques Dubochet, classe 1942, che nel 2017, ricevendo il premio Nobel per la chimica, vede la sua vita cambiare. Passato dall’anonimato alla celebrità, dalla quiete dei laboratori alla luce della ribalta internazionale, la sua presenza improvvisamente è richiesta ovunque.

Le Regard de Charles di Marc Di Domenico è un ritratto intimo del famoso cantautore francese di origine armena, Charles Aznavour. Nel 1948 Édith Piaf regala a Charles la sua prima cinepresa, utilizzata fino 1982 e il cui girato forma questo diario in video.

infine le anteprime di A Tutto Schermo” che hanno preceduto la regolare programmazione della manifestazione coinvolgendo le città di Modena e Brescia in un’ideale percorso di avvicinamento alla rassegna. A Brescia il 10 novembre la proiezione di Gelsomina Verde di Massimiliano Pacifico. A Modena, in collaborazione con il Modena Viaemili@docfest 2021, il 12 novembre quella di Man kind Man di Iacopo Patierno e il 13 novembre quella de L’occhio di vetro di Duccio Chiarini,  mentre il  4 novembre c’era stata sempre a Modena la proiezione di Io resto di Michele Aiello.

“A Tutto Schermo” è un’iniziativa promossa da La Rete degli Spettatori con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema e audiovisivo.

Dialogo all’epoca del CoronaVirus

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Durante il lockdown, abbiamo assistito a un evento che non ha precedenti nella storia: la
chiusura di tutte le scuole italiane. La più grande istituzione culturale del paese,
inaccessibile per mesi, è sopravvissuta solo grazie a piattaforme online americane, ma ha
perso moltissimi studenti. L’arretratezza tecnologica, le problematiche economiche e
psicologiche legate al lockdown, sono state un potentissimo agente di discriminazione
sociale. Abbiamo potuto toccare con mano quanto la condivisione e l’interazione siano un
fattore determinante nella crescita culturale.
Non tutto può essere spostato online. Proprio questa consapevolezza rende più
insopportabile il peso che opprime tutta la cultura che richiede una condivisione dal vivo.
La scorsa estate sugli aerei e nelle discoteche si stava come sardine, mentre cinema, teatri
e musei erano chiusi, o tenuti a rispettare un rigoroso distanziamento.
Noi che lavoriamo nel mondo dello spettacolo proviamo ormai un senso di isolamento.
Cosa significa aprire le discoteche e chiudere teatri, cinema, musei?
Si tratta davvero di attività che possono essere sospese ad libitum, senza conseguenze?
Eppure le democrazie vivono di luoghi di incontro, di momenti in cui celebrare il rito laico
della trasparenza, dell’uguaglianza, della fraternità.
Le nostre società hanno un profondo bisogno – oggi forse ancora più di un tempo – di
avere cittadini con tutti i sensi ben svegli, capaci di emozionarsi per la bellezza di
un’opera d’arte o di indignarsi per l’ingiustizia e per tutto ciò che è contrario ai valori che
ci rendono umani. Cittadini, non sudditi. Esseri umani che non vengano indirizzati in una
comfort zone da sofisticati algoritmi, mentre gli scambi interpersonali si riducono, il
coinvolgimento con l’altro avviene se “serve” a qualcosa. Smascherare la manipolazione,
il complottismo, lo sfruttamento, la disinformazione richiede un allenamento che viene
dalla condivisione, dal rapporto diretto tra persone che sappiano riconoscere il valore
della verità, anche quando non è facile o confortante.
Chi crede in questi valori, non può rimanere indifferente a ciò che sta accadendo.
È diventato impossibile programmare il nostro lavoro: spettacoli, mostre e film vengono
cancellati e rimandati; cinema, teatri e musei riportano perdite milionarie.
Le piattaforme online invece grazie al lockdown, si sono ulteriormente rafforzate. Non si
tratta di demonizzare la tecnologia. È chiaro che in un momento così grave il loro ruolo è
stato positivo. Dobbiamo però osservare meglio i nuovi scenari che si aprono, le
conseguenze a lungo termine. E in primo luogo, i grandi processi di accentramento e di
oligopolio che stanno trasformando le nostre esperienze nel campo della cultura.

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Con poche eccezioni, quelle piattaforme appartengono a grandi gruppi americani. I loro
algoritmi propongono “diete” individualizzate, legate a ciò che hai visto in passato: un
complottista o un no-vax ricevono dunque nuove proposte che alimentano le loro
convinzioni. Gli algoritmi non sono pensati per alimentare la dialettica e la diversità
culturale. Anzi. Più riescono a creare un pubblico “segregato” in diversi segmenti, più
sono commercialmente efficaci. “I giovani non vedono gli stessi programmi degli anziani;
le persone istruite ignorano i programmi di cui si nutrono le persone non istruite; i poveri
non vedono quello che vedono i ricchi. Questi algoritmi (…) disgregano le società
nazionali e ricostruiscono segmenti globali che non si identificano in storie comuni, non
si conoscono e non si parlano” (Piero De Chiara, Forum Diseguaglianze e Diversità).
Anche quando aprono una base nel nostro paese, queste piattaforme operano
tendenzialmente in un regime esclusivo: ognuna di esse distribuisce all’utente finale le
opere che produce, che spesso sono pensate per tutto il mondo. Il controllo di tutta la
filiera dà a queste piattaforme degli enormi vantaggi di scala e massimizza i loro profitti.
Questo progressivo impoverimento della concorrenza, assieme alla crisi del Coronavirus,
rischiano di distruggere quel tessuto di autori,  e produttori che hanno
assicurato in questi anni la vitalità e l’innovazione, portando il cinema italiano in molti
ambiti internazionali di prima grandezza. L’enorme accentramento di potere decisionale
nelle mani di pochi minaccia anche le piccole distribuzioni e tutti gli esercenti di qualità
che in questi anni hanno saputo creare un rapporto privilegiato con il proprio pubblico.
Ma soprattutto rischiamo tutti noi come cittadini e come spettatori.
Già prima di questa pandemia, film o documentari di grande rilievo diventavano presto
invisibili: la loro vita, il loro incontro con il pubblico erano assicurati solo da una rete di
piccoli distributori, e da esercenti di cinema che combattevano spesso un impari lotta per
conservare spazi di autonomia nella programmazione.
Questa rete virtuosa ha saputo preservare la diversità e la ricchezza nei linguaggi, la
possibilità di affrontare temi e argomenti difficili o fuori dal coro: è questo il solo
patrimonio di tanti indipendenti che in questi anni non si sono arricchiti, ma hanno difeso
l’esistenza di un’alternativa al mainstream. Questo patrimonio è in pericolo: forse perché
non è quantificabile con un estratto conto, con le cifre del capitale sociale o con il numero
dei dipendenti fissi.
In Italia si è sempre parlato della piccola impresa come motore del paese: il nostro cinema
questa capacità della piccola impresa se l’è vista riconoscere a tutti i livelli, dai grandi
festival internazionali, alle sale nazionali che hanno aiutato a crescere nuovi autori, ai
broadcaster.

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Nel nostro settore però nel frattempo si diffondeva una sotto-cultura imprenditoriale che
predicava la necessità di “fare meno film” e potenziare le grandi società: come se le due
cose fossero collegate!
Per ironia della sorte, spesso gli alfieri di questa idea involutiva hanno poi rinunciato a
produrre per il cinema o hanno finito per vendere la propria società e la propria
indipendenza a grandi gruppi internazionali.
È forse venuto il momento di confrontarci con l’ipocrisia nella quale siamo vissuti negli
ultimi anni: quando il cinema italiano è stato grande nel mondo, erano tantissime le teste
che avevano il potere di dire “sì” o “no”, tanti i modi di finanziare i film e altrettante le
possibilità di distribuirli.
Stiamo andando da tempo in una direzione completamente opposta.
Davvero la politica può rimanere a guardare mentre le scelte decisionali si allontanano
sempre di più dal nostro paese? A chi fa comodo indebolire i ranghi di quei produttori che
si rifiutano di essere dei semplici appaltatori? Siamo sicuri che sia nell’interesse dei
cittadini ridurre il numero di film, il numero di filmmaker, autori, distributori ed esercenti
che rivendicano il diritto di restare indipendenti?
Una comunità per continuare a parlarsi, per sentirsi unita, ha bisogno di superare
divisioni e intolleranze grazie alla condivisione di esperienze e di un immaginario comuni,
su cui possa fiorire il confronto tra punti di vista diversi.
Sfuggire all’isolamento, difendere l’appartenenza a un’idea di cinema e di televisione non
omologate e non “provincializzate” diventa un primo passo da condividere.
Chiediamo tutti insieme un confronto con la politica intellettualmente più onesto, più
coraggioso, in difesa della vitalità e del pluralismo della cultura italiana ed europea.
Un pubblico segregato in segmenti non è nell’interesse di una comunità.
Le difficoltà e i conflitti che emergeranno dopo la pandemia metteranno a dura prova la
nostra società. Per evitare pericolose derive politiche e disgregazioni identitarie che già
vediamo pericolosamente in azione, la cultura dovrà avere un ruolo da protagonista.
In un’epoca in cui la parola popolo è spesso usata come un’arma impropria, diventa
ancora più necessario potersi raccontare, conoscere, riconoscersi: è questo il dono che
abbiamo da offrire, il debito che ognuno di noi contrae con gli altri quando sceglie di
appartenere a una comunità aperta, non governata dalla facile retorica nazionalista, dalla
rabbia, dalla paura.

A tutto schermo 2020/21

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Come ogni anno la Rete degli Spettatori propone la sua selezione, ma questo non è un anno come ogni altro.
La pandemia ha reso evidente a tutti quanto siano centrali la conoscenza e la sua condivisione per la sopravvivenza del genere umano. Come il recente assalto al Congresso a Washington dimostra, tra la rapidità dei social e la fabbricazione di fake news, tra isolamento sanitario, cinema e teatri chiusi, didattica a distanza, algoritmi che scelgono per noi e un dibattito culturale che langue, riflettere criticamente sulla realtà è diventata una questione vitale per le società democratiche.
Ecco perché si è deciso quest’anno di dare centralità al documentario. Negli ultimi anni festival e premi internazionali hanno riconosciuto il valore dei documentari italiani che però – a differenza di quanto accade nelle sale di molti altri paesi europei – fanno fatica ad avere visibilità. In un anno che si preannuncia ancora problematico per le sale cinematografiche abbiamo cercato di proporre un’integrazione tra mondi che spesso vengono considerati rivali, avviando una collaborazione con Mymovies, che in quest’anno difficile si è rivelato un punto di approdo fondamentale per gli amanti del cinema di qualità, per i festival e le rassegne. La selezione sarà offerta nella formula di un abbonamento online fino a marzo 2021, per consentire a tutti di avere un contatto privilegiato con i migliori documentari italiani di quest’anno.

Abbiamo scelto (Paola Casella, Fabrizio Grosoli, Valerio Jalongo, Emanuele Rauco) 10 documentari che potessero illustrare la varietà, la profondità e la bellezza degli approcci che i cineasti italiani hanno nei confronti del cinema del reale. Il nostro progetto, vincitore di un bando MIBACT, prevede la visione dei film sulla piattaforma MyMovies e, quando e se sarà possibile, l’organizzazione di eventi in ogni cinema che parteciperà all’iniziativa nel circuito di sale che collaborano con Rete degli Spettatori. A queste sale, per ora purtroppo ancora chiuse, ci rivolgiamo anche per lanciare una proposta di vendita di biglietti per visioni online, se non fosse possibile fare proiezioni in presenza: sappiamo che molti esercenti vedono con ambivalenza questo tipo di iniziative, ma in un momento come quello che stiamo vivendo deve vincere la solidarietà. Lo scopo è quello che la Rete degli Spettatori ha portato avanti dalla sua fondazione. Sulla soglia del suo decimo anno di attività, portare il cinema e la cultura dove non arrivano, creare spazio per il cinema indipendente e per il documentari ci sembrano compiti divenuti ancora più urgenti.

I FILM DI A TUTTO SCHERMO 2021

  • Never Whistle Alone-La bufera di Marco Ferrari
  • One More Jump di Emanuele Gerosa
  • Res creata di Alessandro Cattaneo
  • Pino, vita accidentale di un anarchico di Claudia Cipriani
  • Corleone di Mosco Boucault
  • Questo è mio fratello di Marco Leopardi
  • Fellini degli spiriti di Anselma Dell’Olio
  • In un futuro aprile di Federico Savonitto e Francesco Costabile
  • Parola d’onore di Sophia Luvarà
  • La rivoluzione siamo noi di Ilaria Freccia

PER ABBONARSI: https://www.mymovies.it/ondemand/a-tutto-schermo/

Premio allo spettatore e #spettatorepro: ecco i vincitori!

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L’emergenza Covid è tristemente scoppiata proprio nei giorni in cui Rete degli spettatori era pronta per annunciare i vincitori del Premio allo spettatore, concorso lanciato nell’àmbito della rassegna A TUTTO SCHERMO e di #spettatorepro, il concorso rivolto ai ragazzi delle undici scuole partecipanti al nostro progetto didattico per il Miur #diventaspettatore.

Un grande grazie a tutti gli spettatori che hanno scelto i film della nostra selezione di A TUTTO SCHERMO e ai magnifici ragazzi delle undici scuole che hanno aderito al progetto #diventaspettatore.

Un grazie speciale a tutti coloro che hanno partecipato al nostro contest, i vostri contributi sono stati preziosi, non era possibile premiarvi tutti, ma ci sarebbe piaciuto poterlo fare, perché voi, con la vostra partecipazione, tutte le recensioni, i commenti, i lavori create i piccoli legami che si intrecciano a formare la Rete degli spettatori.

In clima di riapertura possiamo finalmente proclamare i nostri vincitori!

 

Premio allo spettatore

Vincono il Premio allo spettatore Francesco Fusar Poli con la sua recensione di Selfie

e Viola Prati per il miglior commento

 

 

La nostra giuria  ha deciso di attribuire una menzione speciale anche a  Mahmoud Elgamassy, Adriano Reali e Alice Siesto, che riceveranno la borsa di tela di Rete degli spettatori, dedicata al Centenario del Maestro Federico Fellini e disegnata per noi dal bravissimo Lorenzo Colangeli.

 

concorso #spettatorepro

I vincitori del nostro concorso #spettatorepro per la categoria dei lavori di gruppo sono le classi I, IV e V della sezione G, indirizzo di Linguaggi della comunicazione, del Liceo Salvemini di Bari, che dopo la lezione con il nostro esperto Oscar Iarussi e la visione in sala dei film Reality di Matteo Garrone e Bellissima di Luchino Visconti hanno raccolto la nostra sfida di immaginarsi responsabili del lancio del film e realizzato il bellissimo sito trafinzioneereality.com e un profilo Instagram dedicato @reality_garrone

Per la categoria #spettatorecritico la recensione vincitrice è quella di Viviana Campanello, della V G del Liceo Salvemini di Bari.

La nostra giuria ha deciso di attribuire alcune menzioni speciali e premiare con la borsa della nostra associazione anche le recensioni di

  • Giorgia Loschiavo, IV G, Liceo Salvemini di Bari
  • Maria Teresa Sirufo, III A, Liceo Aldo Moro di Praia a Mare
  • Pietro Lucia, III A, Liceo Aldo Moro di Praia a Mare

Ecco la bella recensione di Viviana:

Unreal

Raccontare la realtà è difficile; raccontarla in un mondo che non sa più cosa sia, quasi impossibile. Ecco la sfida di Garrone: farlo attraverso la storia di un uomo drammaticamente mediocre col sogno del riscatto sociale attraverso la fama televisiva.
In Reality tutto è decadente, sin dal contesto socio-culturale della periferia napoletana in cui è ambientata la vicenda. Prima del protagonista conosciamo la sua numerosissima famiglia, grottescamente agghindata per un matrimonio talmente improbabile, kitsch, sopra le righe da risultare estremamente vero; poi i colori brillanti, aggressivi, spregiudicatamente carichi si spengono e incupiscono nella lunga carrellata in cui gli stessi personaggi, nel privato delle loro camere, si spogliano dell’ostentazione mattutina per tornare alle loro modeste vite.

È un primo assaggio di quella cultura dell’apparenza su cui riflette il film: a dispetto del titolo, una critica non tanto alla televisione e ai suoi programmi di dubbia qualità, quanto al pubblico, bombardato da impressioni artificiali, portato a rifugiarsi in un mondo illusorio in cui tutto ciò che è genuino è incompatibile con la massificazione.

Ecco dunque la parabola di Luciano: sentendosi costantemente sotto l’obiettivo di telecamere poste ovunque per metterlo alla prova e giudicarlo, e determinato a soddisfare i gusti dei suoi invisibili esaminatori, diventa attore di un se stesso immaginario, fino a distruggere da ogni punto di vista quello originale.

Garrone dà alla vicenda un taglio documentaristico, crudo e realista attraverso tecniche di ripresa come i piani sequenza e una regia sempre funzionale al racconto. L’unica eccezione è nella scena finale, ben lontana da un lieto fine in cui Luciano possa prendere consapevolezza della realtà: il suo sogno ad occhi aperti si dispiega sullo schermo in una serie di soggettive ambigue, e siamo lasciati a formulare ipotesi su cosa sia davvero successo tra musiche fiabesche e la risata liberatoria del protagonista.

 

 

 

#diventaspettatore2019 al traguardo

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La prima edizione di #diventaspettatore2019 – 11 scuole tra Centro e Sud – sta tagliando il traguardo. Gli studenti hanno seguito interventi di autori ed esperti e assistito alle proiezioni in sala.

Hanno collaborato con noi e incontrato i ragazzi diversi professionisti del settore: Massimo Gaudioso, sceneggiatore di Reality; il nostro presidente Valerio Jalongo, regista; Francesco Munzi, regista di Anime nere; Tania Pedroni, sceneggiatrice di L’uomo che verrà; e i critici: Luigi Abiusi, Paola Casella (già parte del comitato scientifico che aveva selezionato i film), Andrea Fioravanti, Rocco Giurato, Oscar Iarussi, Domenico Iozzo, Emanuele Rauco e Mario Sesti .

Hanno inoltre realizzato dei videomessaggi rivolti ai ragazzi che avrebbero visto i loro film, i registi Giorgio Diritti e Claudio Giovannesi.

La nostra redazione sta valutando le recensioni degli studenti e la nostra giuria – composta da Tiziana Rocca, Silvia Saba di Screenweek e Michele Crocchiola di Fondazione Stensen – sta valutando i lavori di gruppo. Tra poco annunceremo i vincitori per ciascuna categoria, ma siamo orgogliosi di tanti dei bellissimi lavori che ci sono arrivati e dell’impegno profuso dai ragazzi.

 

Calendario #diventaspettatore2019

  • lunedì 28 ottobre • ore 11 • Liceo Calò di Grottaglie, Taranto
    • lezione introduttiva a scuola con Luigi Abiusi
  • mercoledì 30 ottobre • ore 11.30 • Liceo Ceccano di Ceccano, Frosinone
    • lezione introduttiva a scuola con Emanuele Rauco
  • lunedì 4 novembre • ore 8.30 • Cinema Dream, Frosinone
    • proiezione di L’uomo che verrà (Giorgio Diritti, 2009)
  • giovedì 7 novembre
    • Cinema Vittoria, Grottaglie (Taranto) • ore 9 • proiezione di Vincere (Marco Bellocchio, 2009)
    • Liceo Montale di Pontedera, Pisa • ore 9 • lezione introduttiva con Valerio Jalongo
  • sabato 9 novembre
    • Liceo Varrone di Rieti • ore 11 • lezione introduttiva con Massimo Gaudioso
    • Liceo Moro di Praia a Mare, Cosenza • ore 11 • lezione introduttiva con Domenico Iozzo
  • giovedì 14 novembre
    • Cinema Moderno, Rieti • ore 11 • proiezione di Reality (Matteo Garrone, 2012)
    • Cineteatro Don Bosco, Potenza • Cinema Loren di Praia a Mare • Cinema Grande di Altamura • ore 10-13 • proiezione di La paranza dei bambini (Claudio Giovannesi, 2019) seguita dal dibattito in collegamento con Roberto Saviano, Claudio Giovannesi e Maurizio Braucci – un evento Vision Distribution organizzato da Unisona e Keaton e offerto da Rete degli spettatori
  • venerdì 15 novembre
    • Liceo Salvemini di Bari • ore 9 • lezione introduttiva con Oscar Iarussi
    • Liceo Tommaso Salvini di Roma • ore 11 • lezione introduttiva con Mario Sesti
  • lunedì 18 novembre
    • Teatro del Lido di Ostia • ore 9 • lezione introduttiva di Emanuele Rauco e proiezione di Pane e cioccolata (Franco Brusati, 1973)
  • mercoledì 20 novembre
    • Multicinema Galleria, Bari • ore 9.30 • proiezione di Reality (Matteo Garrone, 2012)
    • Cinema Cineplex, Pontedera (Pisa) • ore 10.30 • proiezione di A Ciambra (Jonas Carpignano, 2017)
  • giovedì 21 novembre • Cinema Moderno, Rieti • ore 11
    • proiezione di Bellissima (Luchino Visconti, 1951)
  • martedì 26 novembre • Grande di Altamura • ore 10-13
    • proiezione di Per un pugno di dollari (Sergio Leone, 1964)
  • mercoledì 27 novembre
    • Cinema Lux, Roma • proiezione di Il conformista (Bernardo Bertolucci, 1970)
    • Cineclub Agorà, Pontedera (Pisa) • ore 10.30 • proiezione di Pane e cioccolata (Franco Brusati, 1973)
  • giovedì 28 novembre • Cinema Teatro 2 Torri, Potenza
    • proiezione di Per un pugno di dollari (Sergio Leone, 1964)
  • venerdì 29 novembre • Cinema Politeama, Terni • ore 9
    lezione di Andrea Fioravanti e proiezione di L’uomo che verrà (Giorgio Diritti, 2009)
  • martedì 3 dicembre • Cinema Lux, Roma
    • proiezione di Anime nere (Francesco Munzi, 2014) alla presenza del regista
  • mercoledì 4 dicembre • Multicinema Galleria, Bari • ore 9.30
    • proiezione di Bellissima (Luchino Visconti, 1951)
  • giovedì 18 dicembre • Cinema Vittoria, Grottaglie (Taranto) • ore 10.30
    • proiezione di Pasqualino Settebellezze (Lina Wertmüller, 1970)
  • martedì 19 dicembre
    • Cinema Loren di Praia a Mare • proiezione di Roma città aperta (Roberto Rossellini, 1945)
    • Cinema Dream, Frosinone • proiezione di L’uomo che verrà (Giorgio Diritti, 2009)
  • mercoledì 20 dicembre • Cinema Politeama, Terni
    • proiezione di Roma città aperta (Roberto Rossellini, 1945)

A tutto schermo 2019, tutte le proiezioni

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Il programma

  • Pisa – 15 e 16 ottobre
    • Cinema Arsenale Il varco di Federico Ferrone e Michele Manzolini
  • Potenza – 17 ottobre
  • Rimini – 18 ottobre
  • Tolfa e Napoli – 25 ottobre
  • Napoli – 27 ottobre
  • Cerveteri – 28 ottobre
    • Cinema Moderno Butterfly di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman
  • Civitavecchia – 6 novembre
  • Cerveteri – 11 novembre
  • Viterbo – 13 novembre
  • Tolfa – 15 novembre
    • Teatro Claudio Selfie di Agostino Ferrente – in sala il regista
  • 20 novembre
    • Civitavecchia – Sala Buonarroti L’ospite di Duccio Chiarini
    • Grottaferrata – Cinema Alfellini Soyalism di Enrico Parenti e Stefano Liberti
  • Trevignano – 21 novembre
  • Cerveteri – 25 novembre
    • Sala Consiliare del Granarone, ore 19 – Incontro con l’interprete Blu Yoshimi
    • Cinema Moderno, ore 21 – Likemeback di Leonardo Guerra Seragnoli
  • Viterbo – 26 novembre
  • 27 novembre
    • Grosseto – Cinema Stella Selfie di Agostino Ferrente
    • Grottaferrata – Cinema Alfellini L’ospite di Duccio Chiarini
  • Trevignano – 28 novembre – ore 19
  • Tarquinia – 4 dicembre – ore 21
    • Cinema Etrusco, ore 21:20 – Soyalism di Enrico Parenti e Stefano Liberti
  • Viterbo – 9 dicembre – ore 21.30
    • Cinema Lux, ore 21:30 – Likemeback di Leonardo Guerra Seragnoli
  • 10 dicembre
    • Frascati – Cityplex Politeama, ore 18 – Butterfly di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, presenta il critico Davide Stanzione
    • Gaeta – Cinema Ariston, ore 18 – Citizen Rosi di Carolina Rosi, presenta il critico e selezionatore di Venezia, Emanuele Rauco
  • 11 dicembre
    • Grottaferrata – Cinema Alfellini, ore 21 – Bangla di Phaim Bhuiyan
    • Civitavecchia – Sala Buonarroti, ore 21 – Dillinger è morto di Marco Ferreri, presentano i critici Emanuele Rauco ed Enrico Magrelli di Hollywood Party
  • Trevignano – 12 dicembre – ore 18
    • Cinema Palma Soyalism di Enrico Parenti e Stefano Liberti, in presenza dei registi
  • 13 dicembre
    • Rieti – Cinema Moderno, ore 18 – Likemeback di Leonardo Guerra Seragnoli
    • Tarquinia – Cinema Etrusco, ore 21 – Tiro al piccione di Giuliano Montaldo
  • Frosinone, Cinema Arci – 16 dicembre
  • 17 dicembre – ore 18
  • Rieti – 20 dicembre – ore 18

 

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