Una donna libera

Anno:
1954
Durata:
94

Sinossi

Liana, una ragazza di buona famiglia laureata in architettura, è prossima alle nozze: deve sposare un giovane ingegnere, Fernando. Ma la ragazza aspira a una vita libera, indipendente, e l’incontro con un musicista, Gerardo Villabruna, rafforza in lei questi sentimenti, ponendole dei dubbi sul matrimonio. Malgrado i richiami della famiglia, rinuncia al matrimonio e parte con il suo amante per Amalfi. Passano insieme dei giorni felici finché Gerardo le dichiara che per lui è il momento di ripartire da solo, per una tournée. Liana allora va a Parigi dove trova un lavoro mal retribuito in uno studio di architetti, esposta a sofferenze e a delusioni. Un amico le fa conoscere il commendatore Massimo, un ricco armatore, uomo onesto e ricco che s’innamora di lei e più tardi la sposa. Ma dopo un anno di matrimonio Liana riconosce di essersi sbagliata: ella conserva infatti in fondo all’anima la sua aspirazione alla libertà.

Note a margine

«Melodramma proto-femminista dove l’attenzione alla condizione della donna guida lo spettatore a mettere in discussione la vicenda tramite artifici quasi brechtiani» (Paolo Mereghetti), chiude la pentalogia dei film sulla condizione femminile dopo Una donna ha ucciso (1951), Il boia di Lilla (1952), Traviata ’53 (1953) e Avanzi di galera (1954).

Tratto da una commedia di Milena Sandor, adattata da Fabrizio Sarazani e Oreste Biancoli, Vittorio Cottafavi ne parla in un’intervista a Gianni Rondolino del 1980: «Mi ritrovai in questa situazione, che avendo molti dubbi sulla struttura narrativa del testo, leggermente alla Guido Da Verona, quindi molto datato, mentre lo si doveva fare a metà degli anni Cinquanta, io tentai un’altra soluzione. Poiché la materia narrativa era quella che era, e io non potevo riscriverla, con elementi decadentistici e dannunziani che mi davano noia, allora utilizzai qualcosa del mio Una donna ha ucciso, recuperandone il clima, ma soprattutto mi accanii a raggiungere una perfezione di linguaggio, di ritmi, di movimenti di macchina, di piani-sequenze».

Artistic Cast:
Françoise Cristophe (Liana) Pierre Cressoy (Gerardo) Gino Cervi (Massimo) Elisa Cegani (Madre) Lianella Carell (Solange) Christine Carère (Leonora) Galeazzo Benti (Sergio)
Crew:
regia Vittorio Cottafavi soggetto Malena Sandor sceneggiatura Oreste Biancoli Fabrizio Sarazani fotografia Guglielmo Garroni montaggio Jolanda Benvenuti scenografia Alfredo Montori musica Ezio Carabella
Direction notes:
«Melodramma proto-femminista dove l'attenzione alla condizione della donna guida lo spettatore a mettere in discussione la vicenda tramite artifici quasi brechtiani» (Paolo Mereghetti), chiude la pentalogia dei film sulla condizione femminile dopo Una donna ha ucciso (1951), Il boia di Lilla (1952), Traviata '53 (1953) e Avanzi di galera (1954). Tratto da una commedia di Milena Sandor, adattata da Fabrizio Sarazani e Oreste Biancoli, Vittorio Cottafavi ne parla in un'intervista a Gianni Rondolino del 1980: «Mi ritrovai in questa situazione, che avendo molti dubbi sulla struttura narrativa del testo, leggermente alla Guido Da Verona, quindi molto datato, mentre lo si doveva fare a metà degli anni Cinquanta, io tentai un'altra soluzione. Poiché la materia narrativa era quella che era, e io non potevo riscriverla, con elementi decadentistici e dannunziani che mi davano noia, allora utilizzai qualcosa del mio Una donna ha ucciso, recuperandone il clima, ma soprattutto mi accanii a raggiungere una perfezione di linguaggio, di ritmi, di movimenti di macchina, di piani-sequenze».

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.