Amarcord

Anno:
1974
Durata:
127

Sinossi

Nella prima metà degli anni ’30, l’adolescente Titta nel suo Borgo sta crescendo, condizionato dall’ambito famigliare e dai ricordi: suo padre Aurelio e i suoi litigi con la moglie Miranda; lo zio Pataca che si fa mantenere; lo zio Teo che è considerato matto e rinchiuso in manicomio; il nonno che non cede e si gode la propria salute prendendosi qualche libertà con la domestica. E fuori casa un’altra sfilata di personaggi: Gradisca, procace parrucchiera; Volpina, ragazza senza freni inibitori che viene usata per il piacere sessuale; una tabaccaia mostruosa, con un seno invadente; un avvocatucolo che non sta mai zitto e si gonfia di discorsi; il matto Giudizio; il bugiardo Biscein; il motociclista esibizionista a cui piace passare rombando per la via e altri, dal mondo della scuola, della chiesa, degli amici di provincia e delle feste fasciste: ognuno con un proprio modo di stare bislacco nel mondo altrettanto assurdo e inesorabile, come la neve che cade improvvisa, come la nebbia o i fiori che spargono nell’aria le proprie magiche “manine”.

Note a margine

Ambientato in una Rimini sognata e ricordata e reinventata, Amarcord è un film felliniano al cento per cento, con la realtà spinta al limite del surreale e del grottesco e la galleria dei personaggi insieme presi in giro ed evocati con tenerezza: i professori di ginnasio, i militanti fascisti, i parenti, soprattutto le donne, e poi tutto il paesaggio attorno, fatto di eventi considerati eccezionali (il passaggio della Mille Miglia, l’apparizione del transatlantico Rex, l’arrivo del duce ecc.), o buffi (lo zio matto che sale sull’albero, le burle dei compagni ecc.).

«Forse Fellini non pensa deliberatamente a basare i suoi film sulle immagini del passato: son loro che lo perseguitano, finché non riaffiorano dal chiuso del subconscio. Convivendo pressoché quotidianamente col sogno, Fellini non poteva valersi di miglior mezzo di rappresentazione che dell’espressione filmica. E come si potrebbero rappresentare i sogni se non col cinema? Le sue visioni oniriche sono esse stesse linguaggio cinematografico» (Mario Verdone).

Il film ha vinto il premio Oscar come miglior film straniero e il Nastro d’argento nel 1974.

Artistic Cast:
Bruno Zanin (Titta) Armando Brancia (Aurelio) Pupella Maggio (Miranda) Giuseppe Ianigro (Nonno di Titta) Ciccio Ingrassia (Zio Teo) Nando Orfei (Zio Pataca) Stefano Proietti (Oliva) Alvaro Vitali (Naso) Maria Antonietta Beluzzi (Tabaccaia) Josiane Tanzili (Volpina)
Crew:
soggetto e sceneggiatura Federico Fellini Tonino Guerra fotografia Giuseppe Rotunno montaggio Ruggero Mastroianni scenografia e costumi Danilo Donati musica Nino Rota produttore Franco Cristaldi
Direction notes:
Ambientato in una Rimini sognata e ricordata e reinventata, Amarcord è un film felliniano al cento per cento, con la realtà spinta al limite del surreale e del grottesco e la galleria dei personaggi insieme presi in giro ed evocati con tenerezza: i professori di ginnasio, i militanti fascisti, i parenti, soprattutto le donne, e poi tutto il paesaggio attorno, fatto di eventi considerati eccezionali (il passaggio della Mille Miglia, l'apparizione del transatlantico Rex, l'arrivo del duce ecc.), o buffi (lo zio matto che sale sull'albero, le burle dei compagni ecc.). «Forse Fellini non pensa deliberatamente a basare i suoi film sulle immagini del passato: son loro che lo perseguitano, finché non riaffiorano dal chiuso del subconscio. Convivendo pressoché quotidianamente col sogno, Fellini non poteva valersi di miglior mezzo di rappresentazione che dell'espressione filmica. E come si potrebbero rappresentare i sogni se non col cinema? Le sue visioni oniriche sono esse stesse linguaggio cinematografico» (Mario Verdone). Il film ha vinto il premio Oscar come miglior film straniero e il Nastro d'argento nel 1974.

Selezione film

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